Anche lo stabilimento di Cerreto D’Esi (Ancona) è coinvolto dal piano di riduzione dei costi presentato dalla Electrolux per l’Italia, 222 posti di lavoro a rischio complessivamente.

Nello stabilimento, secondo la Fiom Cgil, sono 13 i posti di lavoro tagliati su 203 lavoratori complessivi: 8 fra gli operai e 5 nelle funzioni impiegatizie. Esuberi ai quali si sommano già i 26 contratti di lavoratori interinali non rinnovati e, molto probabilmente, altri 3 di staff leasing che non dovrebbero essere rinnovati a breve.

“Cercheremo di individuarli nell’ambito dei lavoratori in pre-pensionamento nell’arco dei prossimi due anni”, dichiara il responsabile della Fiom per il distretto fabrianese e componente della segreteria provinciale, Pierpaolo Pullini. “Nel prossimo incontro con la multinazionale svedese a livello centrale, si individueranno gli strumenti più idonei per far fronte a questa situazione.

Ammortizzatori sociali conservativi con eventuale previsione di uscite volontarie, favorendo soprattutto chi può raggiungere i requisiti pensionistici nel corso dei due anni. È fondamentale la conferma degli investimenti previsti, così come l’entrata a regime delle ‘zero immissioni’, per lo stabilimento di Cerreto D’Esi”.

Una decisione, quella della razionalizzazione dei costi, che non ha colto impreparato il sindacato e che si spiega, anche, con il calo dei volumi prodotti. Per quel che riguarda lo stabilimento di Cerreto D’Esi, per il 2022 si prevedeva una produzione di cappe pari a 135mila pezzi, invece, si arriverà a fine anno a circa 118mila. Dalla Electrolux si conta, per il 2023, su una cauta ripresa produttiva. “È fondamentale la messa in sicurezza delle fabbriche dell’elettrodomestico senza che si verifichino traumi sociali ed occupazionali” conclude Pullini.