ANCONA – Nelle Marche “riappare lo spettro della siccità estrema, registrata lo scorso anno”, per l’Osservatorio Anbi, che segnala una delle situazioni più gravi in Italia.
“I volumi d’acqua, disponibili negli invasi, in una settimana si sono ridotti di quasi un milione e mezzo di metri cubi, scendendo sotto la quota dei 41 milioni, inferiore a quella registrata nella stessa settimana del siccitoso 2017 (42,1 milioni)”.
A concorrere all’aggravarsi della condizione idrica, oltre alle alte temperature (anche 5 gradi più della media) è un deficit mensile pluviometrico, che si aggira intorno al 90% nelle province di Pesaro Urbino, Ancona ed Ascoli Piceno, con il record di -98% nel comune di Fano
Condizioni che inevitabilmente si ripercuoto sul comparto agricolo. La Coldiretti prevede per le Marche “un calo produttivo con picchi del -30%/-40% a causa della siccità.
La regione è a secco d’acqua “e a farne le spese – secondo l’organizzazione agricola – sono oliveti e vigneti e soprattutto chi ha allestito nuovi impianti è costretto a irrigazioni di salvataggio”. “Critica” la situazione negli orti e nei frutteti come anche c’è “grande preoccupazione” per le barbabietole da zucchero. L’assenza di precipitazioni, dopo aver colpito il raccolto del grano, “in calo di circa il 10%”, ha ridotto anche il girasole “mentre molti coltivatori stanno rinunciando a seminare le coltivazioni autunnali, come gli spinaci. Si prevede un calo produttivo con picchi del -30%/-40%”