ANCONA – Un 13enne di religione islamica dovrà interrompere il digiuno legato al ramadan, perché la madre non musulmana lo ritiene pregiudizievole per il suo benessere psicofisico e per il suo rendimento scolastico.

La decisione, prima del suo genere in Italia, è stata presa dal Tribunale di Ancona, che ha accolto in via d’urgenza il ricorso presentato dagli avvocati della madre, cui spetterà la decisione in via esclusiva.

I genitori, separati, hanno l’affidamento congiunto del figlio, anche se il padre vive all’estero. L’uomo, secondo la donna, avrebbe condizionato il figlio a rispettare il digiuno del ramadan, che quest’anno si tiene dal 2 aprile al 2 maggio, in disaccordo con il parare della madre.

Per i legali della donna, “il ragazzo si sottopone agli impegni scolastici di studio e di relazione sociale in condizioni di debolezza fisica che ne compromettono seriamente i risultati”. Una impostazione condivisa del giudice, che dunque ha deciso d’urgenza in favore della madre.

La vicenda però non è finita: Il giudice infatti ha fissato già una nuova udienza per la comparizione delle parti, per l’audizione del minore, per la conferma, revoca o modifica del provvedimento.