Covid nelle Marche: contagi stabili, oggi 211 nuovi casi. Settimana decisiva per conquistare il giallo dal 26.

I Dati. Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 3398 tamponi: 1764 nel percorso nuove diagnosi (di cui 618 nello screening con percorso Antigenico) e 1634 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 12%).

I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 211 (43 in provincia di Macerata, 34 in provincia di Ancona, 67 in provincia di Pesaro-Urbino, 10 in provincia di Fermo, 46 in provincia di Ascoli Piceno e 11 fuori regione).

Questi casi comprendono soggetti sintomatici (43 casi rilevati), contatti in setting domestico (68 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (52 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (11 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (1 caso rilevato), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (6 casi rilevati). Per altri 30 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 618 test e sono stati riscontrati 43 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 12%.

Settimana decisiva per conquistare il giallo dal 26. La tendenza della curva pandemica nelle Marche fa ben sperare. Se i contagi dovessero rimanere stabili e la pressione ospedaliera proseguirà la sua decrescita, in linea con le ultime settimane, la Regione Marche potrebbe ufficialmente passare dall’arancione al giallo, a partire da lunedì 26 aprile.

L’annuncio sarà dato venerdì pomeriggio, come consuetudine. L’ostacolo più importante è dato dalla pressione ospedaliera, che nella nostra regione è ancora sopra le soglie di sicurezza, attorno al 40%. La prova che la partita sia ancora tutta da giocare è data dall’annuncio ieri del Governatore Acquaroli, che ha posto 5 Comuni in “Arancione rafforzato”.

Si tratta di Tavullia, Montelabbate, Acqualagna, Vallefoglia e Cerreto d’Esi: qui scuole e attività aperte, ma divieto di uscire dai confini comunali se non per lavoro, salute o necessità comprovate.