ANCONA – Un aumento del 32% dei casi di depressione nelle persone che hanno avuto il covid19 e del 10% per chi ha perso un familiare. Sono i numeri dell’impatto psicologico che il covid ha scavato nell’ultimo anno di pandemia emersi nell’ultimo congresso della società italiana di Neuropsicofarmacologia. 

Un fenomeno in aumento e che non si ferma con la diminuzione delle misure restrittive. Il ritorno infatti a una vita di convivenza con il virus meno ferrea rispetto a quando le Marche erano in zona arancione ha evidenziato una polarizzazione nelle reazioni delle persone alle riaperture della fascia gialla.


I più colpiti sono le donne, i giovani e gli anziani. Le prime perché nei periodi di maggior restrizione hanno visto accentuarsi difficoltà già presenti, ossia la conciliazione di lavoro e cura dei figli, specie nel binomio pandemico smartworking e dad. Ma non solo sono loro che più hanno pagato la crisi innescata dalla pandemia. Su 35 mila posti di lavoro persi in un anno nelle Marche, 25 mila erano lavori svolti da donne (71,4%). Gli anziani sono invece coloro che più di tutti hanno pagato in termini di vite l’impatto del covid, mentre i giovani hanno invece visto totalmente modificato il loro stile di vita e le loro relazioni.