Nelle Marche 1.611 casi di coronavirus rilevati nell’ultima giornata in cui l’incidenza ogni 100mila abitanti è risultata ancora in calo (da 663,05 a 654,79).

Lo comunica la Regione. Impennata al 43,5% (ieri 37,9%) della percentuale di positivi sui tamponi del percorso diagnostico (3.707); in tutto sono stati analizzati 4.130 test che comprendono anche 423 tamponi del percorso guariti. I positivi con sintomi nelle ultime 24ore sono 358; i casi comprendono 416 contatti stretti di positivi, 405 contatti domestici, 15 in setting scolastico/formativo, quattro in setting lavorativo, tre in ambiente di vita/socialità, uno ciascuno in setting assistenziale e sanitario. In provincia di Ancona registrati 482 nuovi positivi, 327 in provincia di Macerata, 293 nell’Ascolano, 327 in provincia di Macerata, 180 nel Fermano e 67 provenienti da fuori regione. Il maggior numero di casi, presenti in tutte le fasce d’età, si rileva in quella 45-59 anni (393), seguita da 25-44 anni (386); poi le fasce d’età 60-69 anni (199), 70-79 anni (182) e 80-89 anni (106).

Nonostante questi numeri, in linea col trend nazionale, il Governo ha fatto dietrofront rispetto all’utilizzo di mascherine nei luoghi di lavoro per il settore privato. La posizione emersa alla riunione delle parti sociali con il ministero del Lavoro, Salute e Mise per la valutazione delle misure necessarie nell’ambito delle attività produttive è quella di mantenere il protocollo di sicurezza per il contrasto al Covid nei luoghi di lavoro di aprile 2021 che tra l’altro prevede l’uso obbligatorio delle mascherine «in tutti i casi di condivisione degli ambienti di lavoro, al chiuso o all’aperto» (non necessario nel caso di attività svolte da soli) e poi una verifica entro fine giugno per un aggiornamento.

Vengono confermate dunque tutte le misure di protezione previste: le mascherine continueranno ad essere fornite dai datori di lavoro come dispositivo di protezione individuale e anche le altre misure presenti dovranno essere rispettate così come i comitati aziendali o territoriali/settoriali continueranno a svolgere un importante ruolo attivo. La decisione – arrivata al termine di un tavolo in videoconferenza con Confindustria e le associazioni del mondo datoriale e Cgil, Cisl, Uil, Ugl – sarà formalizzata a breve in un verbale ad hoc. Prima di quella data è previsto comunque un nuovo giro di tavolo per una ulteriore valutazione che tenga conto dell’evoluzione della pandemia e di sempre possibili ricadute nel prossimo autunno.