ANCONA – Si è spento a Milano Carlo Smuraglia, presidente onorario dell’Anpi, avvocato ed ex parlamentare. Nato ad Ancona nel 1923, avrebbe compiuto 99 anni ad agosto. Partigiano, poi avvocato e docente, Smuraglia è stato eletto senatore per tre volte e poi presidente dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia dal 2011 fino al 2017 quando si è dimesso ed è stato poi eletto presidente emerito dell’Associazione. Ha fatto parte del Csm dal febbraio 1986 al luglio 1990. 

Nato ad Ancona nel 1923, avrebbe compiuto 99 anni ad agosto. A vent’anni, dopo avere rifiutato le chiamate di leva dei fascisti della neonata Repubblica Sociale Italiana, con l’arrivo delle forze alleate nella sua regione, le Marche, decide di unirsi alla Resistenza arruolandosi nel 1944 come volontario nel Gruppo di Combattimento “Cremona” del nuovo Esercito Italiano, alle dipendenze operative dell’ottava Armata britannica, con cui proseguì la guerra sul fronte adriatico fino a Venezia, sino alla resa finale delle forze nazifasciste in Italia.

Consigliere regionale in Lombardia con il Partito Comunista Italiano dal 1970 al 1985, durante la prima legislatura regionale ha ricoperto il ruolo di vicepresidente del consiglio regionale e nella successiva quello di presidente dal 1978 al 1980, dopo essere stato vicepresidente dello stesso dal 1975 al 1978. Venne eletto dal Parlamento componente del Consiglio superiore della magistratura per la consiliatura dal 1986 al 1990. Successivamente ha fatto parte dei Democratici di Sinistra ed è stato eletto senatore per tre volte dal 1992 al 2001; dal 1994 ha guidato per sette anni la commissione lavoro di Palazzo Madama. Il 16 aprile 2011 è stato eletto Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e riconfermato nella carica nel 2016. Termina il proprio mandato nel novembre 2017. 

Il cordoglio del sindaco di Ancona Valeria Mancinelli

“Qualche anno fa Smuraglia era stato qua ad Ancona per una delle manifestazioni del 25 aprile e sono rimasta colpita dalla passione civile che viveva fortissima e dalla lucidità nel leggere i fatti e le dinamiche che possono rimettere in crisi la democrazia, anche in questa parte del mondo. Lucidità che ha mantenuto nelle ultime settimane con una netta presa di posizione, senza se e senza ma, a sostegno della resistenza ucraina. Il dolore che provo non è quindi solo sul piano umano, perché era una persona molto ricca umanamente, ma anche per la perdita di una intelligenza di cui oggi si sente un gran bisogno. Dobbiamo dirgli grazie per quello che ha fatto tanti anni fa da partigiano e per quello che ha continuato a fare e testimoniato fino a ieri”.