ANCONA – Sono sette i Comuni con popolazione di almeno 15mila abitanti che potrebbero (in diversi casi è l’esito più probabile) aver bisogno di un turno di ballottaggio, in calendario eventualmente domenica 26 giugno, per eleggere il sindaco, qualora nessun candidato raggiungesse la maggioranza assoluta dei voti validi. Si tratta di Jesi e Fabriano in provincia di Ancona, Civitanova, Corridonia e Tolentino nel Maceratese, Porto San Giorgio e Sant’Elpidio a Mare nel Fermano.
Già lunedì pomeriggio invece conosceranno certamente i nomi di sindaci e consiglieri gli elettori di altri dieci comuni, dove si vota su turno unico e per l’elezione a sindaco basta la maggioranza relativa. Si tratta di Frontino, Tavoleto e Terre Roveresche nel Pesarese, Corinaldo, Offagna e Rosora nell’Anconetano, Camerino e Valfornace in provincia di Macerata, Pedaso nel Fermano e Acquaviva Picena nell’Ascolano. Sia a Pedaso che a Frontino (il comune più piccolo dei 17 al voto) i sindaci uscenti – rispettivamente Vincenzo Berdini e Andrea Spagna – faranno corsa a sé e l’unico avversario da sconfiggere sarà l’astensionismo, visto che per essere rieletti dovranno centrare il quorum del 40% dei votanti.
Negli altri 15 Comuni si annunciano sfide a volte dall’esito molto incerto, con ballottaggi probabili. A Jesi sono cinque i candidati alla successione di Massimo Bacci, che passa il testimone dopo due mandati. La coalizione civica che ha governato Jesi nell’ultimo decennio ha candidato Matteo Marasca, che sarà sfidato da Marco Cercaci (Italexit-Pdf), Paola Cocola (Lavoro e libertà), Lorenzo Fiordelmondo (Jesi Città Futura, centrosinistra) e Antonio Grassetti (Fratelli d’Italia). A Fabriano, dopo la scelta del sindaco Gabriele Santarelli (M5S) di non ricandidarsi, i pentastellati puntano su Joselito Arcioni, mentre torna in ballo l’ex sindaco Roberto Sorci (coalizione civica e trasversale con richiami nel centrodestra) a sfidare anche Daniela Ghergo (Coalizione Democratica) e Vinicio Arteconi, espressione di due liste di sinistra.
Il nastro di partenza più affollato è quello di Civitanova, con 6 candidati alla fascia tricolore. Il sindaco uscente Fabrizio Ciarapica (centrodestra) compete con Silvia Squadroni, Paolo Squadroni, Vinicio Morgoni, Mirella Paglialunga e Alessandra Contigiani. A Corridonia in lizza Manuele Pierantoni, Giuliana Giampaoli e Sandro Scipioni. Sfida a tre anche a Tolentino: Massimo D’Este, Silvia Luconi e Mauro Sclavi si contendono il dopo Pezzanesi. A Porto San Giorgio la sfida è tra il vicesindaco uscente Francesco Gramegna (centrosinistra) e l’ex assessore Valerio Vesprini (civici). Mentre a Sant’Elpidio a Mare per la successione al sindaco Terrenzi si presentano Fabiano Alessandrini, Alessio Pignotti e Gionata Calcinari. A Camerino ci riprova Sandro Sborgia, dopo la prima esperienza da sindaco interrotta anticipatamente: avrà contro Roberto Lucarelli. Alcune sfide, nei comuni più piccoli, sono una rivincita rispetto al 2017. Ad Acquaviva Picena sarà ancora Pierpaolo Rosetti (sindaco uscente) contro Sante Infriccioli e a Valfornace, Massimo Citracca (sindaco uscente) contro Sandro Luciani. A Tavoleto, nell’entroterra pesarese, il sindaco uscente Stefano Pompei sarà sfidato da un candidato fermano, Paolo Marozzi, del partito Gay Lgbt + Solidale, Ambientalista, Liberale.
Diretta su E’-Tv Marche
Saremo in diretta, come da tradizione su E’tv Marche dalle ore 14 di lunedì 13 giugno per conoscere insieme i nuovi sindaci delle vostre città, tra conferme, novità e ballottaggi con inviati, interviste e ospiti in studio. Vi aspettiamo, anche con i vostri messaggi in diretta al 3493918169.
Al voto anche per il referendum giustizia
Cinque quesiti in materia di giustizia e un enorme punto interrogativo, che incombe sui referendum abrogativi sottoposti domani al vaglio dell’elettorato. Pesa infatti l’incognita del quorum, perché per essere valida la consultazione dovrà recarsi alle urne la metà più uno degli aventi diritto (nelle Marche in tutto 1.166.330). Risultato tutt’altro che scontato, al termine di una campagna referendaria che ha diviso i partiti, anche per l’accavallarsi della consultazione popolare con la riforma Cartabia, con alcuni dei quesiti oggetto di un disegno di legge già approvato alla Camera e ora al vaglio del Senato.