ANCONA – Utilizzavano fondine per l’arma non regolamentari, avevano radio portatili non collegate con la centrale operativa, in alcuni casi gli addetti alla security erano persino irregolari. La polizia amministrativa e di sicurezza, coordinata dalla Questura dorica, ha individuato e multato diversi istituti di vigilanza che operavano ad Ancona in modo non regolare.

In particolare nel luglio del 2021 è stato sanzionato penalmente il titolare di una di queste società in quanto utilizzava di notte sulla costa del Conero addetti alla sicurezza non armati e non qualificati come guardie particolari giurate, come invece previsto dalla legge. Due degli operatori non erano stati regolarmente assunti e per questo l’istituto è stato anche sanzionato dall’Ispettorato del Lavoro di Ancona.

Non solo. Lo scorso settembre il titolare di un altro istituto con sede in Veneto ma che opera ad Ancona è stato multato perchè non aveva fatto il radiocollegamento con la centrale operativa. In pratica le guardie giurate si limitavano a comunicare solo tra loro solo attraverso una radio portatile interna, guardie che tra l’altro effettuavano il servizio utilizzando una fondina non regolamentare, una sorta di marsupio all’interno del quale custodivano l’arma che, in tal modo non era prontamente ed immediatamente estraibile in caso di intervento. Ancora, ad ottobre 2021 un altra società con sede in provincia di Pesaro è stata multata perché svolgeva la vigilanza senza radiocollegamento.

Da ultimo, nei giorni scorsi è stato segnalato all’Ag un istituto di vigilanza che effettuava servizi ad Ancona, presso una sede istituzionale, senza essere dotato di alcun tipo di radiocollegamento. Nè le guardie, né le autovetture erano infatti dotate di radio collegate con la sala operativa. Il titolare dello stesso istituto aveva peraltro dichiarato di avere allestito un Pod, un punto operativo distaccato a Jesi, una sorta di sala operativa d’appoggio che però, ad un controllo effettuato da personale della Squadra amministrativa e di Sicurezza della Questura e del Commissariato di Jesi, si è rivelato completamente in disuso, chiuso e non dotato di alcuna struttura operativa.

Gli atti sono stati trasmessi anche al Prefetto di Roma per le valutazioni del caso.