Il presunto mancato tempestivo allarme ai cittadini della media vallata del Misa e Nevola circa la pioggia da record che il 15 settembre 2022 investì una parte della provincia di Ancona è il tema su cui sta indagando la procura di L’Aquila e che ha portato a scrivere 14 persone nel registro degli indagati, 6 delle quali sono i sindaci: Dario Perticaroli (Arcevia), Letizia Perticaroli (Serra De’ Conti), Riccardo Pasqualini (Barbara), Federica Fanesi (Ostra), Carlo Manfredi (Castelleone di Suasa), Marco Sebastianelli (Trecastelli). Ai sindaci è contestato il reato di “cooperazione in omicidio colposo plurimo” per una serie di condotte che avrebbero causato la morte di 13 persone.
Sul punto si è espresso il Presidente di Anci Marche Paolo Calcinaro: “Esprimo la massima vicinanza ai sei colleghi sindaci – dice Paolo Calcinaro – e da avvocato aggiungo anche che l’avviso di garanzia darà modo ai colleghi di illustrare agli organi inquirenti le modalità nelle quali un sindaco si trova a dover operare in occasione di eventi imprevisti, immediati e imponenti”. Secondo Calcinaro “va anche considerato, infatti, che la teoria delle azioni possibili in queste calamità è lontana dalla concreta possibilità di operare che ha un sindaco in situazioni tanto imprevedibili. Per i Sindaci soprattutto dei comuni piccoli – insiste il presidente di Anci Marche – non ci sono le risorse sufficienti per osservare con tempestività i fiumi, torrenti, canali e perfino i fossi così come c’è il rischio di non poter raggiungere tutta la popolazione specie quella anziana meno avvezza ai mezzi elettronici moderni e ai social network che invece fungono spesso da prezioso divulgatore di informative immediate”.
Sul fronte di protezione civile i comuni chiedono tecnologie, fondi e snellimento della burocrazia: “Il progresso tecnologico è fondamentale per sperimentare, come si sta facendo in queste settimane nelle Marche, nuovi strumenti – insiste – ma ai comuni occorrono fondi per poter investire nella realizzazione delle opere”.