ANCONA – Lo slogan del blitz davanti alla Regione Marche del gruppo Baristi e Ristoratori Uniti delle Marche è chiaro: “Una data non basta”. Facendo riferimento al 26 aprile, con l’avvio delle riaperture con la zona gialla. Sono necessari interventi immediati, radicali e coraggiosi per salvare chi ha sta pagando di più questa crisi, dicono, mentre oggi si riunisce la commissione della Regione Marche sul Commercio, in vista poi della manifestazione del 27 aprile, durante la seduta del Consiglio Regionale. Scrivono ancora gli aderenti al movimento BRUM: “Per il 27 invece abbiamo richiesto ed ottenuto di portare le nostre istanze nel ODG del consiglio regionale e vorremmo quel giorno essere sia dentro che fuori del palazzo regionale. Invitiamo tutti/e, i colleghi in particolare, a mobilitarsi pacificamente(e staticamente) insieme a noi negli spazi antistanti la Regione martedi prossimo alle ore 8”.
Il grido d’allarme. “Da oltre un anno le nostre attività sono demonizzate ingiustamente, subiscono normative, restrizioni e chiusure molte volte esagerate. Da lunedì solo chi ha un “esterno” potrà rincominciare a lavorare ed anche in maniera ridotta, l’ennesima discriminazione per qualcun altro. Quest’ultimo decreto , cosi come i precedenti, assomiglia ad una bruttissima lotteria del essenziale e del non essenziale: tanti perdono, pochi vincono e in palio non ci sono bamboline ma attività, lavoro e vite di famiglie intere. La differenza tra perdite e ristori/sostegni vari è allucinante, si può dire indegna, tante piccole attività sotto i 10 dipendenti sono a “rischio strutturale”. Non sarà una settimana di anticipo nella riapertura che sistemerà la situazione, bisognerebbe analizzare quello che è stato ed intervenire drasticamente .
Andrebbe sostenuto in maniera mirata chi ha perso durante questo periodo, non si possono dimenticare “27 miliardi di mancati incassi” in cambio di una mezza riapertura qualche giorno prima.. I più “grandi” sono riusciti quasi tutti a riorganizzarsi mentre i più piccoli faticano chi per un motivo chi per un altro ad andare avanti, è vero che siamo tutti nella stessa tempesta ma qualcuno ha lo yacht e qualcun altro ha una batana di legno. Questi ragionamenti vorremmo sentire nei palazzi, esiste una “buona politica” con i piedi per terra? Ripetiamo che sono necessari interventi immediati, radicali e coraggiosi per salvare chi ha sta pagando di più questa crisi.
E’ urgente un cambio di passo dall’alto nella gestione della pandemia o alcune categorie di lavoratori pagheranno un conto davvero troppo alto. Serve un racconto più realistico che non scarichi le responsabilità in basso ma che si assuma con umiltà il caos sanitario e del piano vaccinale, che sono i veri problemi”.