ANCONA – Si è svolto oggi l’interrogatorio di garanzia per Emanuele Luchetti, l’infermiere vaccinatore dell’hub “Paolinelli” di Ancona arrestato dopo le indagini della Squadra Mobile di Ancona, diretta da Carlo Pinto, per aver gettato le dosi per “accontentare”, dietro pagamento anche di diverse centinaia di euro,  una quarantina di “no vax” , quelli accertati finora, che così hanno ottenuto il green pass, eludendo l’inoculazione.

La sua legale, l’avvocata Marta Balestra affida a una dichiarazione scritta il commento dopo l’interrogatorio di stamattina: “Il signor Luchetti ha deciso di rispondere, rendendo dichiarazioni atte a chiarire la propria posizione nella vicenda nella quale è stato coinvolto. E’ sicuramente pentito, si è reso conto dei suoi errori. Ha riferito di aver ceduto alle pressioni ricevute da coloro i quali hanno messo in piedi questo meccanismo, sicuramente spinto dai perduranti personali problemi economici, ma ha anche inteso evidenziare come lui, costretto in custodia cautelare in carcere, sia invece solo un anello della catena, non certo l’organizzatore. E’ dimostrato che quando poi un medico, il dottor Miglietta, si è reso fintamente disponibile gli episodi hanno subito un incremento, in quanto il Luchetti si è sentito appoggiato. Un meccanismo nel quale si è trovato così tanto coinvolto da stravolgere quella che in realtà è la sua personalità. Persino i suoi colleghi di lavoro presso il quale era impiegato il Luchetti hanno affermato alla stampa come il predetto fosse un professionista nel suo campo particolarmente bravo, coraggioso, presente, attento, stimato e amato fortemente dai colleghi, che nei casi più difficili si è sempre rivelato una figura chiave, una risorsa per tutti. Poi il blackout.”

A far emergere il giro dei vaccini buttati è stato il medico del centro vaccinale Carlo Miglietta che ha denunciato la situazione, facendo inizialmente credere all’infermiere infedele di essere d’accordo con il sistema. L’operazione denominata “Euro Green Pass” ha portato a 50 misure cautelari per i reati ipotizzati di corruzione, peculato e falso. Sono ai domiciliari altre quattro persone che avrebbero portato i no vax dall’infermiere: si tratta di un avvocato anconetano, un imprenditore edile, un ristoratore di Civitanova e una commessa banconiera. Alcuni di loro avrebbero incassato una parte del denaro che i no vax pagavano per sfuggire alla dose: sono stati sequestrati 18 mila euro.