ANCONA – “Io credo che l’affronto maggiore alla memoria di Carlo Urbani lo facciano oggi i sanitari che non si vaccinano, che rifiutano la vaccinazione senza motivo”. L’affondo di Roberto Burioni arriva durante il suo intervento nella seduta straordinaria del Consiglio regionale delle Marche per commemorare Carlo Urbani, il medico di Castelplanio che individuò la Sars come nuova patologia e morì dopo esserne stato contagiato 18 anni fa, il 29 marzo 2003. Un appuntamento per celebrare la prima Giornata dei Camici bianchi, istituita lo scorso agosto con legge regionale.
Burioni ha ricordato le similitudini tra l’epidemia di Sars che Urbani riuscì a scongiurare e la pandemia attuale, insistendo sull’importanza del vaccino anti Covid come “un miracolo della scienza”.
La commemorazione però è stata listata a lutto a causa della morte di Maddalena Urbani, la 21enne terza figlia del medico, trovata senza vita nella sua abitazione di Roma per un’overdose. La famiglia attende l’esito dell’autopsia e di conoscere la verità su un decesso che ha sconvolto la comunità intera di Castelplanio. Gli inquirenti hanno intenzione di ascoltare nuovamente l’amica che era con lei le ore precedenti al decesso. La giovane era stata ascoltata dagli uomini della Squadra Mobile nelle ore successive ai fatti ma verrà riconvocata per chiarire ulteriormente la sua versione dei fatti. Al momento nel procedimento resta indagato il solo iraniano di 62 anni (che si trovava agli arresti domiciliari per reati di droga) accusato di “morte come conseguenza di altro reato”. I magistrati, intanto, hanno affidato incarico per l’esame autoptico.