ANCONA – Ha vissuto ore di grande disagio Klajdi Bitri, 20enne di Jesi, promessa del Judo cittadino. Ha infatti lo stesso nome e cognome del 23enne brutalmente ucciso con un colpo di fiocina a Sirolo, domenica pomeriggio.

In molti, nelle concitate ore dopo l’omicidio, gli hanno scritto su Instagram pensando fosse lui la vittima. Ad accreditare la tesi, poi smentita, ci si è messo anche un gioco del destino: anche lui domenica era a Sirolo e proprio nel suo profilo aveva postato una foto della spiaggia alle pendici del Conero.

“Visto che ci sono stati tanti equivoci, per evitarne altri: il ragazzo della notizia non sono io” scrive Klajdi sui social condividendo la notizia dell’assassinio del suo omonimo. Poche ore dopo l’accaduto si è trovato sommerso di messaggi e ha deciso di fare chiarezza.

“Io vivo a Jesi – ci racconta – e appena è stata diffusa la notizia in tanti mi hanno scritto. Ho saputo cosa era successo attraverso i miei insegnanti di Judo: pensavano fossi io visto che mi trovavo a Sirolo domenica. Su Instagram hanno contattato anche persone che non conosco”.

“Non è stato piacevole – continua Klajdi – ma per fortuna ho avvertito la mia famiglia prima che venissero allarmati dalle persone che mi avevano scambiato per la vittima. Quello che è successo a Sirolo è terribile”.