ANCONA – È il triste primato delle Marche nell’anno 2020 sul contratto di lavoro intermittente, ossia quello che una volta veniva chiamato il lavoro a chiamata. Un dato che si staglia sul panorama del mondo del lavoro che fa i conti con le criticità emerse a seguito della pandemia, dove il lavoro che si muove lo fa solo con modalità precarie. A farne le spese tra i lavoratori sono soprattutto i giovani e le donne.

Nell’ultimo anno le assunzioni nelle Marche sono calate del 31,1%, inoltre a predominare sono i contratti a tempo determinato rispetto alle assunzioni a tempo indeterminato per cui la Regione è terzultima in Italia con una media del 13% rispetto a un media nazionale del 19,7%.