Erano attesi e sono arrivati, Fedez è giunto al tribunale di Ancona oltre un'ora prima dell'udienza, fissata per le 10.30, e ha incontrato alcuni parenti delle vittime con cui ha parlato qualche minuto, Sfera Ebbasta e il suo manager Shablo sono giunti intorno alle 11. Tutti hanno rigorosamente evitato le telecamere e i fotografi, passando da un'entrata secondaria.

Convocato come testimone dell'accusa nel processo bis per la strage della Lanterna Azzurra, quello sulle carenze strutturali del locale e le responsabilità relative alla sicurezza, Fedez si era esibito nella discoteca di Corinaldo in due occasioni, nel 2015 e nel 2016. Il rapper milanese ha ribadito in aula quanto già dichiarato tempo fa in un'intervista televisiva: con un cachet da quasi 20mila euro per l'artista e un costo massimo del biglietto, imposto dal contratto di 20 euro, "inevitabile il superamento della capienza massima del locale", che era di appena 500 persone. Inevitabile e dunque assolutamente previsto dagli organizzatori, che altrimenti non avrebbero potuto coprire neppure metà del compenso da dare all'artista.

Poi è stata la volta di Sfera Ebbasta, che si sarebbe dovuto esibire in un djset alla Lanterna Azzurra proprio quella tragica sera, e del suo manager. Stavano per arrivare al locale quando vennero avvertiti dell'incidente e tornarono indietro.  
Entrambi confermano che più volte era capitato anche in altri locali che venisse spruzzato spray urticante senza però le tragiche conseguenze che si verificarono l'8dicembre 2018 a Corinaldo, con la morte di sei persone.