Regalie, cene e pranzi al ristorante, forniture di vernici, riparazioni di veicoli e dispostivi elettronici e persino l’uso di un furgoncino (con tanto di carburante pagato), persino una festa di laurea pagata alla figlia. Sarebbero queste le forme di merce di scambio per cui un funzionario della Regione Marche avrebbe aggiustato degli appalti a vantaggio di imprenditori conniventi. L’inchiesta ha portato l’uomo in carcere, mentre 7 imprenditori sono agli arresti domiciliari.

“Stamattina io so’ andato ad Ancona sud a trattare con un imprenditore per mettere d’accordo cinque o sei imprenditori per prendere un lavoro da 900mila euro, se riusciamo a prenderlo io valgo 2-3mila euro”. Questo emerge da una delle numerose intercettazioni telefoniche raccolte in mesi di indagini.

L’accusato, ex Genio Civile arrestato per corruzione, è accusato dal pm Andrea Laurino tra le altre vicende dell’appalto relativo ai lavori di sistemazione delle sponde del fiume Tesino. Era l’ottobre del 2021 e, stando a quanto emerso, il dipendente pubblico (in carcere da martedì) si era appena incontrato nel parcheggio dell’Ikea di Camerano con l’ascolano Matteo Rozzi, finito ai domiciliari con il fratello Stefano, l’altro amministratore della Due Zeta Costruzioni.


Oltre alle presunte tangenti, Lucidi avrebbe ricevuto benefit vari: la riparazione di guasti meccanici, litri di olio extravergine, cene e pranzi al ristorante. La Procura contesta al funzionario arrestato di essersi anche intromesso nell’appalto per i lavori di manutenzione del Misa, affidati ufficialmente nel novembre 2021 a una cooperativa che però non avrebbe mai presenziato al cantiere, per favorire il lavoro (in realtà avrebbe dovuto prendere un sub-appalto al 50%) alla Mariotti Costruzioni. 
La scelta di far vincere la cooperativa, per la Procura, sarebbe stata determinata dalla necessità del principio della rotazione delle ditte ammesse alle gare indette dalla Regione.

A destare clamore in particolare il presunto pagamento di una festa di laurea tenutasi a Senigallia: a festeggiare sarebbe stata la figlia dell’indagato, a pagare invece uno degli imprenditori accusati.