Covid nelle Marche: 16 nuovi casi. Ascoli: c’è chi dice no alla seconda dose “eterologa”.
I dati. Nelle ultime 24 ore sono stati testati 2330 tamponi: 1113 nel percorso nuove diagnosi (di cui 357 screening con percorso Antigenico) e 1217 nel percorso guariti (un rapporto positivi testati del 1,4%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 16 (3 nella provincia di Macerata, 3 nella provincia di Ancona, 2 nella provincia di Pesaro-Urbino, 1 nella provincia di Fermo, 4 nella provincia di Ascoli Piceno e 3 fuori regione). Questi casi comprendono soggetti sintomatici (4 casi rilevati), contatti in setting domestico (2 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (6 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (1 casi rilevati), contatti in ambiente di vita/socialità (0 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (0 casi rilevati), Contatti con coinvolgimento studenti di ogni grado di formazione (0 casi rilevati), screening percorso sanitario (0 casi rilevati), contatti con provenienza extra-regione (1 casi rilevato) e di 2 casi sono in fase di approfondimento epidemiologico.
Nel percorso Screening un totale di n.357 test antigenici effettuati e n.0 soggetti rilevati positivi (da sottoporre al tampone molecolare) un rapporto positivi/testati 0%.
Ascoli: c’è chi dice no alla seconda dose “eterologa”. Dopo il caos determinato dalla vicenda della povera Camilla Canepa, morta a 18 anni dopo la vaccinazione con Astrazeneca, è arrivato il via libera dell’Aifa alla seconda dose “eterologa”, cioè di un vaccino diverso dalla prima dose fatta. Su questo fronte, anche nelle Marche si sono verificati i primi rifiuti nei punti vaccinali del Piceno alla seconda dose ‘eterologa’ con Pfizer o Moderna. Questa strategia è stata messa in atto dalla Regione Marche a partire già da sabato scorso. In pratica, chi ha meno di 60 anni e ha fatto la prima dose di Astrazeneca, deve fare il richiamo con un vaccino diverso (Pfitzer o Moderna) in alcuni casi ha deciso di rinunciare.
I dubbi su Astrazeneca hanno creato una situazione simile anche per coloro che, over 60, sarebbero ad oggi legittimati in base ai protocolli vigenti a fare prima o seconda dose con il siero Anglo-svedese. Anche in queste casistiche sono arrivati dei “no”. E’ ancora presto per tracciare una statistica, ma indubbiamente questa situazione creerà non pochi disagi negli hub vaccinali.