ANCONA – Da Ancona ad Ascoli, passando per Macerata, Pesaro-Urbino, Fermo. In rigoroso ordine cronologico. E così le Marche da lunedì 15 marzo saranno completamente rosse. L’ultima provincia ad aggiungersi alle altre già nella fascia del lockdown regionale è quella picena. Il monitoraggio settimanale della cabina di regia del Ministero della Salute ha certificato il progressivo peggioramento della situazione legata all’andamento della pandemia.
Se è vero che l’indica di contagio, l’Rt, si conferma stabile a 1,08 anche nella settimana di riferimento dal 1 al 7 marzo, rispetto a quella precedente; è l’incidenza settimanale dei casi a fare la differenza, dall’arancione al rosso, per l’intera regione: 310 e quindi superiore alla soglia di 250 su 100 mila abitanti. Oltre a un’occupazione di posti letto in terapia intensiva (attorno al 45%) e area medica (circa 51%) ben oltre il limite di sicurezza.
“Stiamo attraversando la fase più difficile dall’inizio della pandemia. Se l’anno scorso l’impatto è stato fortissimo, oggi si aggiungono stanchezza ed esasperazione, senza considerare gli effetti di natura economica sulle imprese e sulle famiglie”, ha scritto sulla propria pagine Facebook il presidente Francesco Acquaroli.
Le Marche si ritroveranno interamente rosse da lunedì prossimo, 15 marzo: quindi spostamenti vietati se non per lavoro, salute e necessità, serrande abbassate per negozi (a eccezione di chi è in deroga), bar e ristoranti (peri quali è consentito l’asporto e il domicilio), chiuse le scuole di ogni ordine e grado. Sempre lunedì 15 marzo entrerà in vigore il nuovo Decreto Legge varato dal Consiglio dei Ministri fino al 6 aprile, che introduce la cosiddetta stretta di Pasqua.
Nei giorni del 3-4-5 aprile infatti tutta Italia sarà in zona rossa. Il provvedimento introduce anche l’automatica attuazione della fascia rossa per quelle regioni che hanno un’incidenza di casi superiore a 250 su 100 mila abitanti. Mentre le regioni gialle dal 15 marzo al 2 aprile, col 6 aprile compreso, diventano arancioni. Il Decreto consente ai presidenti di Regione di predisporre delle zone rosse a livello provinciale o comunale di fronte a un’incidenza di casi superiore alla soglia di 250 ogni 100 mila abitanti. Per quanto riguarda gli spostamenti in zona arancione, dal 15 marzo al 2 aprile, col 6 aprile compreso, sono consentite le visite in altre abitazioni all’interno dei propri comuni per una sola volta al giorno, per un massimo di due persone. Lo stesso sarà possibile, in deroga, anche all’interno della propria regione, ma solo nei giorni del 3-4-5 aprile.