PESARO – Michael Alessandrini è andato a casa di Pierpaolo Panzieri con l’intenzione di ucciderlo. Nessun raptus ma un delitto pensato nei dettagli. Ne è convinta la procura di Pesaro che ha aggiunto un altro carico nell’accusa nei confronti del 30enne pesarese, già reo confesso dell’omicidio, contestandogli anche la nuova aggravante della premeditazione oltre a quella dei futili motivi e della crudeltà.
Il 30enne aveva spiegato di aver di aver ucciso Panzieri per gelosia. L’amico aveva infatti nel suo telefono il contatto di una certa Julia, giovane della quale Alessandrini era invaghito se non ossessionato.
Sorpreso l’avvocato di Alessandrini Salvatore Asole: contestare la premeditazione, spiega Asole, significa attestare la capacità di intendere e di volere ma nei fatti abbiamo elementi che ci portano a ritenere l’opposto. Alessandrini ha di sicuro una seminfermità di mente se non una totale incapacità, spiega l’avvocato che annuncia lo svolgimento della perizia psichiatrica non appena rientrerà in Italia.