“Sospeso” lo sciopero della pesca per il caro gasolio: “Torniamo in mare per due notti da domenica”. Ma il dramma resta. “Lavoreremo in perdita”.

Protesta dei pescherecci per il caro gasolio, dopo giorni di stop le marinerie torneranno al lavoro. E’ l’esito di un summit avvenuto ieri in videoconferenza tra le maggiori marinerie dell’Adriatico. La decisione è stata di tornare in mare e riprendere le attività dopo uno stop di 10 giorni. Le imbarcazioni della grande pesca prenderanno il largo domenica notte e resteranno in mare aperto fino alla giornata di martedì compresa. Poi venerdì 10 giugno, nel corso di una nuova assemblea, si farà un bilancio e si deciderà con quali iniziative proseguire.

I problemi però restano. In primis, il rincaro sul prezzo del gasolio, schizzato alle stelle, rendendo di fatto insostenibile economicamente uscire in mare a pescare. “Abbiamo deciso di tornare in mare per due giorni, anche se siamo ben consapevoli che lo faremo in perdita – ha spiegato Apollinare Lazzari, presidente dell’associazione produttori pesca di Ancona – lo facciamo per non bloccare l’intera filiera: ormai anche i ristoranti non hanno pesce e sono in difficoltà. Però i problemi restano tutti e sappiamo che non avremo un guadagno da questa ripresa delle attività».

Non sono dunque bastati i 20 milioni di euro messi a disposizione del settore dal Governo, con un decreto pubblicato lo scorso 27 maggio. Anche la regione Marche, dopo un confronto con i lavoratori, ha messo in campo un bando da 500 mila euro per le attività ittiche in difficoltà, ma si tratta di una cifra che non può risolvere il problema. “Non sappiamo quando queste risorse arriveranno, quindi durante le nostre assemblee neanche ne parliamo perché non sono queste le misure di cui abbiamo bisogno – spiega Lazzari – l’unica soluzione è mettere un tetto al prezzo del gasolio”. Su questo, però, il Governo non ha ancora deciso.