ANCONA – Marche a rischio recessione: l’allarme viene lanciato dalla Cgil delle Marche dopo l’elaborazione dei dati che riguardano la cassa integrazione, il Fis ovvero il Fondo Integrativo Salariale e altri fondi di solidarietà, per un totale di 16,4 milioni di ore. E’ questo il quadro che emerge dai dati Inps, elaborati dall’Ires Cgil Marche. L’intero ammontare è quasi totalmente ascrivibile alla sola CIG (ordinaria, straordinaria e in deroga), che si attesta a 16 milioni di ore, in aumento sia rispetto all’anno precedente e in controtendenza rispetto al dato complessivo del centro Italia. L’industria assorbe la maggior parte delle ore autorizzate (15,1 milioni di ore), con una crescita del 7,5% rispetto al 2022 e attestandosi ancora sopra i livelli del 2019 (+12,8%). In termini assoluti, è significativo l’incremento nella meccanica (+1,1 milioni di ore), sebbene in un anno l’aumento relativo maggiore si registri nel legno (+36,1%) e, in particolare, nella carta, stampa ed editoria (+210%). L’edilizia, con 551 mil ore, ha osservato un rilevante aumento delle ore di CIG rispetto all’anno precedente (+33,7%). “E’ evidente che l’aumento della richiesta di cassa integrazione nei settori dell’industria e dell’edilizia sia un segnale della crisi che stanno vivendo le imprese trainanti l’economia marchigiana – commenta Eleonora Fontana, Cgil Marche -. Tutto ciò rischia di avere pesanti ricadute sull’occupazione e sul Pil regionale e ci fanno temere di essere prossimi alla recessione”.