"Spese facili in Regione”, dopo 10 anni di ricorsi e controricorsi, il processo per peculato che vede imputati nomi illustri compreso il neo sindaco di Ancona Daniele Silvetti, entra nelle fasi finali. Imputati sono consiglieri regionali e addetti ai gruppi consiliari in carica tra il 2008 e il 2012 che, secondo l’accusa, avrebbero utilizzato soldi pubblici per spese personali, per un totale di quasi un milione e mezzo di euro.

Per Silvetti in particolare il pm Ruggero di Cuonzo, ha chiesto una condanna a tre anni, contestandogli circa 3mila euro di spese compiute tra il 2010 e il 2012, quando il neo sindaco ricopriva la carica di consigliere e capogruppo per Futuro e Libertà. Se dovesse arrivare una condanna per il primo cittadino scatterebbe subito la tagliola della legge Severino prevista per gli amministratori locali, con sospensione immediata per 18 mesi, in attesa del processo di appello. Lui però si dice tranquillo, anzi sicuro dell'assoluzione che sarà piena, dice.

Tra le altre richieste di condanna, 31 in tutto per un totale di 85 anni, compaiono anche l’attuale presidente del consiglio regionale Dino Latini, tre anni chiesti anche per lui, il parlamentare Mirco Carloni e il sindaco di Loreto Moreno Pieroni, anche su di lui incombe lo spettro della sospesione, per entrambi chiesti 2 anni e 10 mesi. 

Chiesta l’assoluzione invece per Fabio Badiali, Giuseppe Canducci, Massimo Di Furia, Enzo Giancarli, Giuseppe Pieroni e Gino Traversini perché il fatto non sussiste. Prescrizione per Guido Castelli oggi commissario al Sisma.