ANCONA – “Se dovete dimostrare di essere i più forti allora non lo siete”, si legge sullo striscione posto al Pincio di Ancona dai ragazzi di Gioventù Nazionale, dopo gli episodi di bullismo, baby gang e vandalismo che sono stati registrati nel capoluogo regionale.
Scrive Gioventù Nazionale: “Un appello rivolto non solo ai bulli ma anche alle istituzioni. A quest’ultime si chiede di intervenire alla radice del problema con iniziative che già la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza ha individuato, rivolgendo la propria attenzione ai giovanissimi. Secondo il rapporto, infatti, la violenza e il disagio all’origine delle baby gang e del bullismo hanno diverse cause: un disagio interiore del giovane derivato dalla mancanza di una forte identità e di solidi valori. Questo si può notare dal loro continuo ed ossessivo richiamo alla “fratellanza”, alla “famiglia” e all’esaltazione sui social delle proprie azioni e stili di vita; La «sostanziale assenza o inadeguatezza educativa dei genitori» o ancora peggio una storia familiare di violenze domestiche; Il mancato controllo delle attività nel mondo digitale dei più piccoli, il che comporta non solo il rischio emulativo di contenuti violenti e il cyberbullismo, ma anche l’accesso a contenuti pornografici in età troppo precoce i quali possono portare a «ripercussioni sul piano psicologico» e uno «sviluppo di comportamenti violenti»; La presenza di contesti abitativi degradati, privi di centri di aggregazione; l’insufficiente personale dei servizi sociali e la mancanza di strutture idonee a raccogliere un reale interesse dei più giovani. Per questo, i militanti di Gioventù Nazionale richiedono all’amministrazione comunale una serie di misure preventive, magari con la realizzazione di un progetto che vedano coinvolte maggiormente le scuole nella sensibilizzazione al tema e ad una «educazione emotiva»; alla realizzazione di corsi formativi rivolti alla cittadinanza con il fine di saper riconoscere i segnali di un abuso, dei disagi di chi esercita violenza e di come affrontare i pericoli digitali. Inoltre, rivolgono ancora una volta un accorato appello per un maggiore impegno nel recupero delle strutture abbandonate, sia nel centro storico sia nelle periferie, per donare alla città nuovi e più numerosi spazi dedicati alla socialità e all’aggregazione”.