ANCONA – “Chi salva una vita salva il mondo intero”, è il messaggio finale che l’associazione Amad di Ancona, insieme a tante altre realtà, associazioni, danzatrici e performer sensibili e generosi, porteranno al sit-in di solidarietà per il popolo afghano,  in programma domani sabato 18 dicembre, a partire dalle 16,30, davanti al Monumento del Passetto, nel capoluogo regionale. La manifestazione era in programma sabato scorso, poi annullata a causa dell’emergenza meteo. 

In Afghanistan è catastrofe umanitaria, dopo il ritorno al potere dei Talebani. A partire da agosto, quando AMAD – Associazione Multietnica Antirazzista Donne ha avviato il Progetto Afghanistan, sono state centinaia le richieste di aiuto giunte da uomini ricercati o sopravvissuti ad attacchi da parte dei talebani, ma soprattutto da donne e ragazze rimaste sole e in pericolo con figli piccoli che, per evitare di essere violentate o date in spose a degli sconosciuti,  sono rifugiate in luoghi angusti, senza soldi, senza cibo e senza la possibilità di poter uscire per chiedere aiuto.  

Le volontarie di Amad, alcune di lingua persiana, sono riuscite a stabilire contatti telefonici con tante donne in difficoltà. Fatima (nome di fantasia), appena 19 anni,  ogni giorno scrive per raccontare cosa succede. Non ha più una famiglia. Chiede disperatamente aiuto. Il telefono è il suo unico ponte di collegamento con il mondo. Non avendo un uomo al suo fianco non può girare per strada da sola, potrebbe essere rapita, data in sposa ai talebani o venduta al mercato dei trafficanti. Sorte comune che tocca alle vedove e alle giovani, spesso poco più che bambine.

Domani, 18 dicembre, la loro condizione verrà rappresentata attraverso la performance di teatro danza a cura di Accademia 56. Ci saranno anche testimonianze di donne afgane con cui Amad è in collegamento e che la stessa associazione sta cercando di aiutare. Verrà rilanciato l’appello dell’associazione (http://www.associazioneamad.it) già sostenuto da diverse realtà e associazioni del territorio, collegato ad una raccolta fondi dedicata. Amad sta tentando di creare luoghi sicuri in Afghanistan per coloro che non possono richiedere un passaporto e dando un’opportunità di studio, lavoro e libertà alle donne e le ragazze in Italia.

“AMAD non può e non vuole voltare le spalle alle donne e alle ragazze afgane. Raccogliendo il loro grido di dolore vogliamo restituire alle stesse una vita di cui non avere più paura. Vogliamo che siano fuori pericolo, fuori dalla portata dei talebani ma anche lontane dalle mani dei trafficanti”, dice la Presidentessa Donatella Linguiti a nome di tutti i soci.

Hanno finora sottoscritto l’appello di Amad: Anpi di Ancona, Cgil Ancona, Cisl Marche, Uil Marche, Cnca Marche, Comunità Afgana, E’tv Marche, Gulliver-Udu Ancona, Il sorriso di Daniela, Libera Marche, Se non ora quando?, Comitato 13 febbraio Ancona, Terza Via Ancona e Università per la pace.

L’associazione AMAD nasce nel 2017 e da dicembre 2019 ha sede di via Macerata di Ancona, nel cuore del Piano San Lazzaro, quartiere incrocio di storie e Paesi. Riconoscendo nel razzismo e nella violenza sulle donne la stessa matrice originale, ossia la discriminazione e l’odio, AMAD opera con azioni di sensibilizzazione per una dimensione più inclusiva, con progetti di accoglienza, uno sportello informativo, attività di formazione tra cui il doposcuola gratuito destinato a bambine e bambini del quartiere, promuove l’incontro di persone e culture, lavora insieme all’associazione DIAPPO Senegal e quelle del Bangladesh e del Camerun, presenti in città.