“Chi ha sparato non era un mostro, ma un nostro, un nostro concittadino”: Daniela Marcone, vice presidente di Libera, figlia di Francesco, ucciso a Foggia nel 1995, sintetizza la difficoltà nella lotta alla mafia. Le parole sono quelle di don Tonino Bello, vescovo di Molfetta, pronunciate durante l’omelia per i funerali del sindaco della città, Gianni Carnicella, ucciso 30 anni fa nella cittadina pugliese. 

L’intervento della Marcone coincide con un altro trentennale: quello delle stragi di Capaci e via d’Amelio, in cui vennero uccisi i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la moglie del primo, e gli agenti della scorta.

Ad Ancona una serie di iniziative, che hanno visto il clou alla Sala Boxe della Mole vanvitelliana, in occasione di un incontro dal titolo, “Il ruolo dell’esempio”, organizzato dalla Camera penale di Ancona, con il patrocinio del comune dorico.

Tra gli ospiti intervenuti, oltre a Daniela Marcone: Tano Grasso,  presidente onorario della Federazione Antiracket Italiana, Sergio Sottani, ex procuratore generale presso la Corte di Appello di Ancona ed attuale PG presso quella di Perugia, l’Avv. Francesca Petruzzo, presidente della Camera Penale di Ancona e Piernicola Silvis, ex questore di Foggia e Oristano e scrittore.

Dagli intervenuti un monito chiaro, sulle parole di Giovanni Falcone: “La mafia è un fenomeno umano, fortemente efficace e adattivo”. Necessari, dunque, anticorpi che durino nel tempo, e un investimento nel futuro, sulla scuola, sulle generazioni a venire.

I lavori si sono aperti con il saluto di Paolo Marasca, assessore alla cultura di Ancona.

Il prossimo evento si svolgerà lunedì 6 giugno e vedrà ad Ancona l’ esposizione della autovettura “Quarto Savona Quindici” sulla quale viaggiava la scorta del Giudice Falcone, che sarà accompagnata dall’intervento della vedova Montinaro, moglie del capo scorta.