ANCONA – Si chiama  “Duty Free” l’operazione durata oltre sei mesi della Guardia di Finanza di Ancona che ha portato al sequestro di 108 chili di sigarette di contrabbando: ovvero 5400 pacchetti di “bionde” trasportate grazie ad  alcuni membri, anche con ruoli di rilievo, degli equipaggi delle motonavi di un noto Gruppo di navigazione, estraneo ai fatti, che effettua le tratte sia tra la Grecia e l’Italia, con approdo nel porto di Ancona, sia tra la Tunisia e l’Italia con approdo nel porto di Salerno. Tra i ventotto denunciati spiccano anche il Comandante della nave, il Commissario di bordo, l’Ufficiale di macchina, il Medico di bordo e l’Ufficiale di coperta sino ad arrivare a figure quali il cuoco di bordo, un cameriere, l’elettricista e l’addetto alle cabine. Il valore delle sigarette sequestrate ammonta a 28.235 € e i diritti evasi a quasi 24.000 €.

Gli indagati potevano, in virtù del loro lavoro di marittimi, utilizzare le sigarette acquistate a prezzi sensibilmente ridotti a bordo delle navi, con il bollino rosso di esenzione delle imposte del Monopolio fiscale tabacchi lavorati nonché la dicitura “duty free”. La complessa attività d’indagine, iniziata nel porto di Ancona mediante appostamenti, pedinamenti, esame delle immagini delle telecamere di sicurezza e proseguita con altra attività investigativa pure di natura tecnica, ha permesso di documentare tutti i passaggi attraverso i quali le sigarette di contrabbando sono state introdotte in Italia.

Nelle operazioni di sbarco dalle navi dei camion e delle autovetture, le sigarette venivano trasbordate a mano, nascoste in plichi e riposte nel bagagliaio di un’autovettura di una compagnia di navigazione che era in uso, per motivi di lavoro, a uno dei soggetti denunciati presente sempre sottobordo.

I pacchi venivano poi spediti dall’ufficio postale nel porto di Ancona: sono state ben venticinque le spedizioni oggetto di controllo transitate dall’ufficio postale anconetano. Mediamente ogni pacco conteneva circa 20 stecche di sigarette. Le destinazioni degli stessi rispecchiavano le località di origine dei marittimi denunciati quindi in prevalenza erano situate in Sicilia e Campania.