SERRA SAN QUIRICO – “Decidiamo noi, questa è un’amministrazione fascista”. E’ la frase che tanto fa discutere pronunciata dal sindaco di Serra San Quirico Tommaso Borri nell’arco dell’ultimo consiglio comunale.

L’uscita del primo cittadino è arrivata al termine di un botta e risposta con i consiglieri di minoranza, Debora Pellacchia e Fabrizio Giuliani sul trasferimento dell’Università degli Adulti a Maiolati Spontini. Una decisione non condivisa dalle opposizioni perché come spiegato dalla consigliera Pellacchia in una lettera pubblica: “L’adesione del nostro Comune comporterebbe lo spostamento di tutte le lezioni nel Comune di Maiolati Spontini, privando, di fatto, la popolazione serrana di un servizio di prossimità e costringendo i corsisti a spostarsi con mezzi propri.”

Alla richiesta di spiegazioni il sindaco se ne sarebbe uscito con la frase incriminata. Un’affermazione su cui lui stesso è tornato facendo chiarezza tramite i social del comune: “Decontestualizzare e riportare solo spezzoni di ore di Consiglio significa distorcere la realtà dei fatti con l’unico obiettivo dell’attacco alla mia persona. Durante l’ultimo Consiglio Comunale ho risposto compiutamente circa la scelta di aderire alla convenzione per l’Università degli Adulti. La frase virgolettata riportata dal Consigliere è stata detta sarcasticamente in risposta ad attacchi ripetuti in cui si è insinuata pesantemente questa idea, sia durante il Consiglio in questione sia durante lunghi mesi di post su facebook in cui si dà a me del padrone e all’Amministrazione della non democratica. Nulla di più lontano da ciò che è ed è stato sempre in questi anni il mio impegno come Sindaco del nostro paese”.

Una spiegazione che non convince la consigliera che nella lettera risponde: “Anche io non ritengo che l’Amministrazione di Serra San Quirico sia fascista, né che lo sia il Sindaco, ma in tutto questo c’è qualcosa che non va; qualcosa che manca, in modo più che lampante: il rispetto delle istituzioni. Simili affermazioni sarebbero inadeguate e gravi già in un contesto informale, figuriamoci in una sala consiliare nel corso di un Consiglio Comunale”.