ROMA – “Sussiste certamente un vizio di motivazione decisivo” nella condanna per peculato emessa dalla Corte di appello di Perugia, il 27 ottobre 2021, nel processo di appello bis a carico dell’ex presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca e dell’ex consigliere regionale Giacomo Bugaro condannati – con ribaltamento dell’assoluzione pronunciata dal Tribunale e poi dalla Corte di appello di Ancona nel 2019 – rispettivamente a un anno e otto mesi, e a un anno e sei medi di reclusione, con sospensione della pena.

Lo ha sottolinea la Cassazione nelle motivazioni depositate oggi – nelle quali viene definita “anomala” la condanna dei due imputati con riferimento alla introduzione di elementi di “confusione ed incertezza” – e con le quali gli ‘ermellini’ spiegano perché hanno disposto l’appello ter per il processo sulle presunte ‘spese facili’ al Consiglio regionale delle Marche.

L’udienza si è svolta lo scorso otto febbraio e le spese si riferiscono al periodo 2008-2012. Accogliendo il ricorso dei legali di Spacca e Bugaro, i supremi giudici hanno annullato le condanne con rinvio “per nuovo giudizio” davanti alla Corte di Appello di Firenze. Per la Cassazione è tutta da rivedere la fondatezza dell’accusa di appropriazione di fondi pubblici.