Venne uccisa nel 2018 a soli 19 anni, Azka. Pochi giorni dopo avrebbe dovuto testimoniare in tribunale contro il padre accusato di maltrattamenti e violenza sessuale.Per la morte è finito a processo il padre Muhammad Riaz: pochi giorni fa i giudici della suprema corte hanno rigettato il ricorso proposto dai legali del muratore 48enne di origine pakistana. In primo e secondo grado Riaz era stato condannato all’ergastolo con isolamento diurno per 18 mesi per l’assassinio della figlia e per i reati di violenza sessuale nei confronti della 19enne e maltrattamenti nei confronti di tutti e quattro i figli.
La povera ragazza venne investita il 24 febbraio del 2018 a Trodica di Morrovalle: dalle prime indagini emerse che la ragazza venne picchiata brutalmente dal padre, per poi scappare dall’auto dove si trovava con lui finendo in strada dove cadde dolorante, prima di essere travolta da un mezzo in corsa. Nel corso del processo di primo grado fu contestato al padre l’omicidio volontario aggravato in quanto sarebbe stato lui a lasciare la figlia agonizzante sull’asfalto. Il conducente dell’auto che travolse la giovane sostenne che la ragazza era già a terra al momento dell’inevitabile impatto, tesi avallata anche dagli accertamenti tecnici sullo stesso mezzo. La difesa invece sostiene che padre e figlia in auto si siano fermati per un guasto e che Azka sia scesa dal veicolo ascoltando musica con le cuffie.