Il saluto di Emanuele, sorridente e felice, nel video condiviso su facebook dalla sua migliore amica, il ricordo di mamma Paola, che a cinque anni dalla tragedia, gli promette giustizia e condivide per la prima volta gli ultimi messaggi scambiati con lui.
Messaggi di ansia e preoccupazione: "E' tutto bloccato – scrive Emanuele – ci sono oltre tre metri di neve". "Chiama le forze dell'ordine", suggerisce la mamma. "Ci hanno detto che oggi non passano", risponde lui.
Sono le 15.00 del 18 gennaio 2017. Mamma Paola scrive ancora, chiede al figlio di chiamare appena possibile, lui promette di telefonare più tardi con whatsapp perchè le linee telefoniche non funzionano. Non chiamerà mai più.
Emanuele Bonifazi, 31enne di Pioraco, addetto alla reception è una delle 29 vittime dell'hotel rigopiano, morto sul lavoro, travolto dalla valanga che alle 16.48 del 18 gennaio si abbattè sul resort. Insieme a lui altri cinque marchigiani persero la vita sotto la valanga: Marco Vagnarelli, 44 anni, operaio di Comunanza e Paola Tomassini, di 46 anni, barista, poi Marco Tanda, pilota Ryanair, di Castelraimondo. Uccisi dalla valanga anche Domenico Di Michelangelo, 41 anni, agente delle Volanti e sua moglie Marina Serraiocco, 37 anni, commerciante, abitanti a Osimo, che lasciarono un figlio piccolo, estratto vivo dalle macerie diversi giorni dopo.
Oggi a cinque anni dalla tragedia, una fiaccolata per ricordare la vittime, con commemorazioni a Rigopiano e in altre città. Ancora lontana però la giustizia, denunciano dal comitato vittime di rigopiano: il processo, che vede come imputati tra gli altri rappresentanti della Regione Abruzzo, della Provincia di Pescara, della Prefettura di Pescara, del Comune di Farindola e dell'albergo distrutto, accusati a vario titolo di omicidio, lesioni colpose plurime, disastro colposo, abusi edilizi e falso ideologico, è fermo in attesa della perizia sulla carta valanghe. E il rischio della prescrizione per alcuni dei reati contestati, allertano dal comitato parenti delle vittime, diventa ogni giorno sempre più concreto.
Servizio di Laura Meda