Due anni fa l'Afghanistan nell'abisso dei Talebani. L'appello di due giovani afghani Kalik e Sima che insieme all'associazione Amad domandano aiuto ai governanti dei Paesi occidentali
15 agosto 2021, 15 agosto 2023. Da due anni l'Afghanistan è tornato sotto il dominio dei Talebani, da quando le Forze Armate della Nato abbandonavano Kabul, lasciando gli afghani al loro destino.
Un destino nel quale le donne sono tornate a vivere nell'invisibilità, nascoste dietro il velo nero di un burka, non possono studiare nè lavorare e neppure uscire di casa senza un accompagnatore maschile, come racconta la giovanissima Sima, arrivata ad Ancona un anno e mezzo fa grazie a un corridoio umanitario in collaborazione con l'Associazione Amad.
Se tragica è la situazione delle donne, altrettanto lo è quella delle persone appartenenti alla minoranza Hazara, nell'Afghanistan dei Talebani Pashtun, essere Hazara, come Sima o come Kalik, fuggito anni fa quando era ancora un bambino, rappresenta una condanna a morte.
Ma in realtà nessuno è al sicuro in Afghanistan, per questo raccontano Kalik e Sima, molti scelgono di fuggire.
Nel servizio il loro appello ai goveranti dei paesi occidentali, in particolare ai governanti europei, per fermare quanto sta avvenendo, soprattutto la morte in mare o nel deserto dei molti che tentano la fuga dal regime talebano: "non siamo forse anche noi esere umani come voi, non abbiamo anche noi diritto a un posto sicuro" chiede loro Sima.