“Questo è il luogo per seminare la cultura costituzionale”. Lo ha detto in conclusione della sua lectio magistralis la presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra davanti a un pubblico di tanti studenti e studentesse dell’Università di Macerata, accolti dall’abbraccio ideale della Loggia del Grano. Oggi, infatti, l’Ateneo ha festeggiato la riapertura dell’ottocentesca sede che attualmente ospita il Dipartimento di Scienze politiche, della comunicazione e delle relazioni internazionali e che è stata totalmente modernizzata con un investimenti di cinque milioni e mezzo di euro, finanziati grazie a fondi Europei assegnati dalla Regione Marche, fondi ministeriali e di Ateneo. Un luogo ideale, quindi, per accogliere le parole della presidente. “Siamo qui a festeggiare in questo posto bellissimo. Vorrei raggiungere gli studenti con un messaggio di fiducia nelle istituzioni, invitarli ad essere cittadini attivi e consapevoli”, ha detto.
Per Sciarra è stata la terza visita all’Ateneo maceratese: la prima, nel 2017, in occasione dell’intervento della giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, Sonia Sotomayor; la seconda per l’edizione 2021 delle Alberico Gentili Lectures.
Accolta all’arrivo a Macerata in rettorato dal rettore John Mc Court insieme ai prorettori Catia Giaconi, Claudia Cesari, Natascia Mattucci, Claudio Socci e alla delegata all’internazionalizzazione Benedetta Barbisan, organizzatrice della Agl, la presidente ha poi ricevuto il saluto del direttore del Dipartimento Angelo Ventrone, del sindaco Sandro Parcaroli, del prefetto Flavio Ferdani e del vice presidente della Provincia Luca Buldorini alla presenza di tante autorità civili, militari e religiose. Presenti, tra gli altri, anche i rettori emeriti Francesco Adornato e Luigi Lacchè, e la già direttrice del Dipartimento, Elisabetta Croci Angelini, la docente Raffaella Niro, sua assistente di studio fin dall’inizio del mandato. A illustrare i lavori di riqualificazione è stato il responsabile dell’Area servizi tecnici e infrastrutture Francesco Ascenzi, mentre Aya Fahi ha parlato in rappresentanza del corpo studentesco: “Oggi celebriamo non solo l’apertura fisica di un edificio, ma l’inizio di un nuovo capitolo del nostro Dipartimento. Siamo tutti protagonisti attivi in questo percorso”.
Al centro della riflessione ci sono stati temi come l’importanza del confronto con le Corti e il diritto europeo e degli accordi internazionali che pongono al centro la persona e i diritti umani. “Le Costituzioni sono parte di un’identità nazionale, ma anche di un’identità europea, in un’ottica di condivisione e convergenza ancora più importanti nel contesto drammatico che attraversiamo” ha rimarcato Sciarra. La presidente ha sottolineato anche l’importanza della responsabilità nei confronti delle “future generazioni”, un concetto introdotto all’articolo 9 della Carta con la revisione del 2022 correlatamente al principio di tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi. “Le generazioni presenti devono farsi carico di quelle future. Generazioni presenti siamo tutti noi, anche i più giovani, così come, con altre responsabilità, lo sono i decisori politici. Piero Calamandrei ha scritto ‘Il Parlamento consacra in formule legali i diritti del cittadino. La Magistratura e la Corte costituzionale difendono e garantiscono questi diritti. Ma la coscienze dei cittadini è compito della scuola’ E io aggiungo dell’Università. Nell’apprendere ci appropriamo degli strumenti per intervenire”.
Un’affermazione che non poteva cadere in un contesto più appropriato di una sede universitaria. “In uno scenario di guerra, di terrorismo, di crisi climatica, di evidente debolezza degli organismi internazionali mai, come in questo momento, abbiamo avuto più bisogno del contributo delle scienze raccolte in questo Dipartimento – sono state le parole del rettore Mc Court -. Siamo, come educatori chiamati ad agire per formare i nostri iscritti, per farli diventare cittadini autonomi, pensanti, capaci, colti e critici. Abbiamo necessità di specialisti formati al valore della politica, all’ascolto, alla diplomazia paziente, al rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani fondamentali, ai valori europei, alla coscienza democratica, all’abbattimento delle disuguaglianze, alla saggia e trasparente allocazione delle risorse, a una comunicazione pubblica veritiera, al metodo analitico e allo spirito critico affinché la futura generazione di leader che vogliamo concorrere a crescere possa aiutarci a capire il futuro”.
“Questo – ha evidenziato il direttore del Dipartimento Angelo Ventrone – è un luogo dove intrecciare conoscenze e competenze, dove tutti hanno qualcosa da imparare e insegnare, dove le scienze umane si confrontano con lo straordinario mondo dell’Intelligenza Artificiale. Noi abbiamo il compito di insegnare l’incertezza, di sollecitare a porre domande che aprono alla conoscenza, mentre invece le risposte la chiudono”.
La Loggia del Grano
Costruita nel 1841 come borsa del commercio per la seta il palazzo oggi conosciuto come Loggia del grano è entrato nelle disponibilità dell’Ateneo nel 1973 con un atto di comodato d’uso gratuito del Comune. Insieme all’ex Seminario in piazza Strambi e alla palazzina Tucci in corso Cavour, nel giro di quattro anni è stato adeguato ai più moderni criteri antisismici e di efficienza energetica, ora è in classe A1, e riprogettato in modo da rendere gli spazi più razionali, funzionali e privi di barriere architettoniche. Un’opera da cinque milioni e mezzo di euro, finanziati grazie a fondi Europei assegnati dalla Regione Marche, fondi ministeriali e di Ateneo. Come ha ricordato il responsabile dell’area tecnica Francesco Ascenzi, “il lavoro si inserisce in una serie di interventi che interessa l’80% del patrimonio universitario per una cifra complessiva di 80 milioni di euro, improntati sui principi della sostenibilità, del recupero di aree abbandonate e di riqualificazione”. L’edificio può arrivare ad ospitare circa 700 persone: 532 posti nelle aule, 72 nelle biblioteche, a cui si aggiungono 56 postazioni per il personale amministrativo e per i docenti.
Guerra in Medio Oriente, l’appello del rettore John Mc Court
“Fondamentale ribadire l’obbligo di fermare la barbarie e di cercare delle vie che portino alla pace e alla civile convivenza”.
Al rispetto dei diritti umani si è appellato il rettore dell’Università di Macerata John Mc Court all’apertura delle celebrazioni per la rinnovata sede del Dipartimento di Scienze politiche, della comunicazione e delle relazioni internazionali, chiedendo un minuto di silenzio per le vittime dei conflitti internazionali in corso, a partire da quelli in Medio Oriente e in Ucraina. “Non posso non esprimere – ha detto – la mia personale apprensione e quella di tutto il nostro Ateneo per quanto sta succedendo in Medio Oriente, in Ucraina e negli altri teatri di guerra accesi nel mondo. È fondamentale ribadire con forza l’obbligo di fermare la barbarie e di cercare vie che portino alla pace e alla civile convivenza. La Costituzione italiana è nata all’indomani di una lunghissima, sanguinosa, tragica guerra che ha trascinato nel conflitto il mondo intero. Nella lungimiranza dei Padri fondatori, in essa è ripudiata la guerra sia come strumento di aggressione alla libertà e alla integrità di altri popoli che come mezzo con cui definire il proprio status negli equilibri europei e mondiali. Anche in questa sede, sottolineiamo il rifiuto di ogni forma di violenza e la necessità assoluta del rispetto dei principi democratici, dei diritti, della libertà e della dignità di ogni persona. Come ci ha ricordato il Presidente Mattarella in questi giorni, il primo dei diritti fondamentali di ogni essere umano è quello alla vita.
Condanniamo senza appello le atrocità commesse da Hamas, ricordando che ancora oltre 240 ostaggi, fra cui almeno 33 bambini, attendono di tornare a casa. Lo Stato di Israele ha diritto di difendersi contro un attacco terroristico tanto feroce e abominevole e di scongiurare che simili atrocità avvengano ancora, ma è come questo diritto viene esercitato che pesa. Oggi a Gaza vediamo una popolazione di oltre due milioni di persone lasciata senza acqua potabile, senza cibo sufficiente, senza luce, senza carburante, senza medicinali, esposta a continui bombardamenti che non risparmiano ospedali, scuole, luoghi di culto, abitazioni private, campi profughi. Chiediamo che la risposta di Israele sia proporzionata e rispettosa del diritto internazionale umanitario sapendo che le tante, troppe morti a Gaza di civili innocenti, anziani, bambini non faranno altro che rafforzare l’odio di cui si serve Hamas. Che si lavori per un immediato cessate il fuoco, per il rilascio degli ostaggi, per il rispetto del diritto internazionale umanitario, per l’evacuazione dei civili sfollati, per una adeguata assistenza ai feriti e ai rifugiati. Con altrettanta fermezza avversiamo e ripudiamo qualsiasi rigurgito di antisemitismo, la messa in pericolo delle comunità ebraiche in Italia e in Europa, le manifestazioni di intolleranza. Avversiamo pure l’islamofobia e tutte le forme di odio e discriminazione sulla base della religione, della razza, dell’etnia o dell’origine nazionale. E’ difficile, oggi, guardare verso il futuro, ma bisognerà operare per sostenere i moderati e fermare gli estremisti affinché questi due popoli possano avere ciascuno il proprio stato in una convivenza pacifica e nella sicurezza comune”.
“Questo è il luogo per seminare la cultura costituzionale”. Lo ha detto in conclusione della sua lectio magistralis la presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra davanti a un pubblico di tanti studenti e studentesse dell’Università di Macerata, accolti dall’abbraccio ideale della Loggia del Grano. Oggi, infatti, l’Ateneo ha festeggiato la riapertura dell’ottocentesca sede che attualmente ospita il Dipartimento di Scienze politiche, della comunicazione e delle relazioni internazionali e che è stata totalmente modernizzata con un investimenti di cinque milioni e mezzo di euro, finanziati grazie a fondi Europei assegnati dalla Regione Marche, fondi ministeriali e di Ateneo. Un luogo ideale, quindi, per accogliere le parole della presidente. “Siamo qui a festeggiare in questo posto bellissimo. Vorrei raggiungere gli studenti con un messaggio di fiducia nelle istituzioni, invitarli ad essere cittadini attivi e consapevoli”, ha detto.
Per Sciarra è stata la terza visita all’Ateneo maceratese: la prima, nel 2017, in occasione dell’intervento della giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, Sonia Sotomayor; la seconda per l’edizione 2021 delle Alberico Gentili Lectures.
Accolta all’arrivo a Macerata in rettorato dal rettore John Mc Court insieme ai prorettori Catia Giaconi, Claudia Cesari, Natascia Mattucci, Claudio Socci e alla delegata all’internazionalizzazione Benedetta Barbisan, organizzatrice della Agl, la presidente ha poi ricevuto il saluto del direttore del Dipartimento Angelo Ventrone, del sindaco Sandro Parcaroli, del prefetto Flavio Ferdani e del vice presidente della Provincia Luca Buldorini alla presenza di tante autorità civili, militari e religiose. Presenti, tra gli altri, anche i rettori emeriti Francesco Adornato e Luigi Lacchè, e la già direttrice del Dipartimento, Elisabetta Croci Angelini, la docente Raffaella Niro, sua assistente di studio fin dall’inizio del mandato. A illustrare i lavori di riqualificazione è stato il responsabile dell’Area servizi tecnici e infrastrutture Francesco Ascenzi, mentre Aya Fahi ha parlato in rappresentanza del corpo studentesco: “Oggi celebriamo non solo l’apertura fisica di un edificio, ma l’inizio di un nuovo capitolo del nostro Dipartimento. Siamo tutti protagonisti attivi in questo percorso”.
Al centro della riflessione ci sono stati temi come l’importanza del confronto con le Corti e il diritto europeo e degli accordi internazionali che pongono al centro la persona e i diritti umani. “Le Costituzioni sono parte di un’identità nazionale, ma anche di un’identità europea, in un’ottica di condivisione e convergenza ancora più importanti nel contesto drammatico che attraversiamo” ha rimarcato Sciarra. La presidente ha sottolineato anche l’importanza della responsabilità nei confronti delle “future generazioni”, un concetto introdotto all’articolo 9 della Carta con la revisione del 2022 correlatamente al principio di tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi. “Le generazioni presenti devono farsi carico di quelle future. Generazioni presenti siamo tutti noi, anche i più giovani, così come, con altre responsabilità, lo sono i decisori politici. Piero Calamandrei ha scritto ‘Il Parlamento consacra in formule legali i diritti del cittadino. La Magistratura e la Corte costituzionale difendono e garantiscono questi diritti. Ma la coscienze dei cittadini è compito della scuola’ E io aggiungo dell’Università. Nell’apprendere ci appropriamo degli strumenti per intervenire”.
Un’affermazione che non poteva cadere in un contesto più appropriato di una sede universitaria. “In uno scenario di guerra, di terrorismo, di crisi climatica, di evidente debolezza degli organismi internazionali mai, come in questo momento, abbiamo avuto più bisogno del contributo delle scienze raccolte in questo Dipartimento – sono state le parole del rettore Mc Court -. Siamo, come educatori chiamati ad agire per formare i nostri iscritti, per farli diventare cittadini autonomi, pensanti, capaci, colti e critici. Abbiamo necessità di specialisti formati al valore della politica, all’ascolto, alla diplomazia paziente, al rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani fondamentali, ai valori europei, alla coscienza democratica, all’abbattimento delle disuguaglianze, alla saggia e trasparente allocazione delle risorse, a una comunicazione pubblica veritiera, al metodo analitico e allo spirito critico affinché la futura generazione di leader che vogliamo concorrere a crescere possa aiutarci a capire il futuro”.
“Questo – ha evidenziato il direttore del Dipartimento Angelo Ventrone – è un luogo dove intrecciare conoscenze e competenze, dove tutti hanno qualcosa da imparare e insegnare, dove le scienze umane si confrontano con lo straordinario mondo dell’Intelligenza Artificiale. Noi abbiamo il compito di insegnare l’incertezza, di sollecitare a porre domande che aprono alla conoscenza, mentre invece le risposte la chiudono”.
La Loggia del Grano
Costruita nel 1841 come borsa del commercio per la seta il palazzo oggi conosciuto come Loggia del grano è entrato nelle disponibilità dell’Ateneo nel 1973 con un atto di comodato d’uso gratuito del Comune. Insieme all’ex Seminario in piazza Strambi e alla palazzina Tucci in corso Cavour, nel giro di quattro anni è stato adeguato ai più moderni criteri antisismici e di efficienza energetica, ora è in classe A1, e riprogettato in modo da rendere gli spazi più razionali, funzionali e privi di barriere architettoniche. Un’opera da cinque milioni e mezzo di euro, finanziati grazie a fondi Europei assegnati dalla Regione Marche, fondi ministeriali e di Ateneo. Come ha ricordato il responsabile dell’area tecnica Francesco Ascenzi, “il lavoro si inserisce in una serie di interventi che interessa l’80% del patrimonio universitario per una cifra complessiva di 80 milioni di euro, improntati sui principi della sostenibilità, del recupero di aree abbandonate e di riqualificazione”. L’edificio può arrivare ad ospitare circa 700 persone: 532 posti nelle aule, 72 nelle biblioteche, a cui si aggiungono 56 postazioni per il personale amministrativo e per i docenti.
Guerra in Medio Oriente, l’appello del rettore John Mc Court
“Fondamentale ribadire l’obbligo di fermare la barbarie e di cercare delle vie che portino alla pace e alla civile convivenza”.
Al rispetto dei diritti umani si è appellato il rettore dell’Università di Macerata John Mc Court all’apertura delle celebrazioni per la rinnovata sede del Dipartimento di Scienze politiche, della comunicazione e delle relazioni internazionali, chiedendo un minuto di silenzio per le vittime dei conflitti internazionali in corso, a partire da quelli in Medio Oriente e in Ucraina. “Non posso non esprimere – ha detto – la mia personale apprensione e quella di tutto il nostro Ateneo per quanto sta succedendo in Medio Oriente, in Ucraina e negli altri teatri di guerra accesi nel mondo. È fondamentale ribadire con forza l’obbligo di fermare la barbarie e di cercare vie che portino alla pace e alla civile convivenza. La Costituzione italiana è nata all’indomani di una lunghissima, sanguinosa, tragica guerra che ha trascinato nel conflitto il mondo intero. Nella lungimiranza dei Padri fondatori, in essa è ripudiata la guerra sia come strumento di aggressione alla libertà e alla integrità di altri popoli che come mezzo con cui definire il proprio status negli equilibri europei e mondiali. Anche in questa sede, sottolineiamo il rifiuto di ogni forma di violenza e la necessità assoluta del rispetto dei principi democratici, dei diritti, della libertà e della dignità di ogni persona. Come ci ha ricordato il Presidente Mattarella in questi giorni, il primo dei diritti fondamentali di ogni essere umano è quello alla vita.
Condanniamo senza appello le atrocità commesse da Hamas, ricordando che ancora oltre 240 ostaggi, fra cui almeno 33 bambini, attendono di tornare a casa. Lo Stato di Israele ha diritto di difendersi contro un attacco terroristico tanto feroce e abominevole e di scongiurare che simili atrocità avvengano ancora, ma è come questo diritto viene esercitato che pesa. Oggi a Gaza vediamo una popolazione di oltre due milioni di persone lasciata senza acqua potabile, senza cibo sufficiente, senza luce, senza carburante, senza medicinali, esposta a continui bombardamenti che non risparmiano ospedali, scuole, luoghi di culto, abitazioni private, campi profughi. Chiediamo che la risposta di Israele sia proporzionata e rispettosa del diritto internazionale umanitario sapendo che le tante, troppe morti a Gaza di civili innocenti, anziani, bambini non faranno altro che rafforzare l’odio di cui si serve Hamas. Che si lavori per un immediato cessate il fuoco, per il rilascio degli ostaggi, per il rispetto del diritto internazionale umanitario, per l’evacuazione dei civili sfollati, per una adeguata assistenza ai feriti e ai rifugiati. Con altrettanta fermezza avversiamo e ripudiamo qualsiasi rigurgito di antisemitismo, la messa in pericolo delle comunità ebraiche in Italia e in Europa, le manifestazioni di intolleranza. Avversiamo pure l’islamofobia e tutte le forme di odio e discriminazione sulla base della religione, della razza, dell’etnia o dell’origine nazionale. E’ difficile, oggi, guardare verso il futuro, ma bisognerà operare per sostenere i moderati e fermare gli estremisti affinché questi due popoli possano avere ciascuno il proprio stato in una convivenza pacifica e nella sicurezza comune”.