Consiglieri balzati in Giunta. Altri, invece, dirottati sui banchi dell'opposizione. Niente trasformismo, nessuna capriola politica. E neppure promozioni assessorili o rimpasti. Soltanto l'inconveniente che, stamattina, nell'aula dell'Assemblea legislativa delle Marche pioveva – letteralmente – sul bagnato. I motivi? Gocce d'acqua che cadevano dal soffitto tanto da costringere i dipendenti regionali ad attrezzarsi alla bell'e meglio per provare ad ovviare al danno. E così, in prossimità degli scranni dei leghisti Mirko Bilò e Marco Marinangeli, è stato collocato un secchio a mo' di contenitore. Sì, quelli neri della spazzatura da ufficio. Assieme a buste di plastica per evitare che l'acqua provocasse altri problemi.
Non gli unici disagi, però. Perché i più attenti si saranno accorti che erano presenti anche strisciate di umidità sulle pareti e persino in prossimità dei banchi dei consiglieri. Valutato il da farsi, l'intervento tampone di cui prima, superato abbondantemente il quarto d'ora accademico e raggiunta così l'inconsueta ora di ritardo, il presidente Dino Latini ha dato avvio ai lavori della seduta consiliare con più disagi di sempre.
L'argomento era stato discusso anche nella conferenza dei capigruppo. In primo momento si era pensato anche a spostare l'assise in altra sede. Poi invece si è scelto di restare lì. C'è chi lo ha fatto anche coprendosi il capo, onde evitare di bagnarsi nel mezzo dei lavori. È successo anche questo, in Consiglio regionale delle Marche.
E ora si proverà a risalire all'origine delle infiltrazioni con gocciolamento. Tra le ipotesi più gettonate, quella della rimozione di alcune protezioni sul tetto di Palazzo Leopardi, in occasione di lavori di manutenzione. Al resto ci ha pensato la pioggia di venerdì, che avrebbe provocato dei ristagni d'acqua. Poi si sa. O evapora, o scende. Stavolta è scesa in aula. Consiglio bagnato, Consiglio fortunato.
Servizio di Giacomo Giampieri