ANCONA – “Senza assunzioni la sanità muore, scorrimento ed esaurimento idonei graduatorie concorsi ora!”. La scritta sullo striscione esposto da alcune operatrici socio sanitarie (Oss) che con i delegati sindacali Usb (Unità sindacale di base) pubblico impiego hanno manifestato davanti a Palazzo Leopardi, una delle sedi della Regione, dov’è in corso una seduta del Consiglio regionale.

Le richieste riguardano la proroga della graduatoria per gli Oss, che scadrà ad agosto, derivante dal concorso del 2021, che presenta 1.995 idonei di cui 1.600 non assunti (considerati circa 359 altri che sono stati in qualche modo chiamati dal sistema sanitario); ma anche lo scorrimento della graduatoria.

“Eravamo qui il 22 febbraio – afferma Mauro Giuliani, delegato Usb -, oggi è il 4 aprile e nonostante le sollecitazioni a convocare il tavolo, con l’assessore, come Usb non siamo mai chiamati”. Il sindacalista ricorda la “mozione approvata dal Consiglio che impegnava assessore e giunta a sollecitare il governo a prorogare le graduatorie in scadenza. Non c’è stata più risposta, – prosegue – e vorremmo sapere dall’assessorato cosa hanno fatto, e se hanno incontrato il governo”.

Intanto, lamenta Giuliani, “hanno fatto scadere la graduatoria degli infermieri (scadenza 5 marzo; ndr)): la giunta dica cosa ha prodotto. Finora si continua a precarizzare il lavoro, sono centinaia di precari nelle Marche che scadono ad aprile e il rischio è che vengano buttati fuori”. “Sono circa 1.200 gli infermieri idonei che sono fuori, – ricorda ancora Giuliani – ma ci risulta che continuano a chiamare tempo determinato attingendo da graduatoria”.

Tra i manifestanti anche una Oss abruzzese, Isabella Lazzerini che ribadisce la richiesta di “proroga e scorrimento della graduatoria”. Dagli operatori sanitari anche la sollecitazione a “rivedere il fabbisogno: gli ospedali sono al collasso, la carenza di personale c’è e ci sono casi di malasanità dovuti a carenza di personale”. Con la graduatoria, sottolineano i manifestanti, si sarebbe potuto mettere in sicurezza il sistema sanitario regionale e invece rischia di venire meno un ‘serbatoio’ di personale e gli idonei rischiano di restare fuori definitivamente.