La testimonianza di Simone Traini, 37enne marchigiano, originario di Ascoli Piceno, che dallo scoppio della guerra lavora come operatore televisivo in Ucraina con l'agenzia di produzione televisiva ascolana Xentek, per conto della RAI.

 Dietro la firma di Stefania Battistini, storica inviata del TG1 c'è la  mano di Simone. Telecamera in spalla,  racconta i bombardamenti, i posti di blocco, il dolore e la violenza. E ieri questa violenza è toccata anche a lui e alla sua troupe.

Aggrediti nella propria camera d'albergo pochi istanti prima della diretta, perchè, sembra, confusi con spie russe. Non è il primo episodio di questo tipo, spiega Simone, ma stavolta si sono ritrovati i kalashnikov puntati alla tempia. Solo dopo oltre un'ora e dopo mille telefonate e controlli sono stati rilasciati.

Tornerà a casa dopo questo episodio? Assolutamente no. Simone continuerà a raccontare il fronte più estremo della guerra in Ucraina, e come lui molti altri tecnici e operatori che rischiano la vita solo per informarci. Il loro nome spesso non compare neppure nei servizi, ma il loro contributo è e sarà sempre fondamentale.

 

 

 

Servizio di Laura Meda